VanniGio/ Luglio 1, 2014/ Pensieri/ 0 comments

posIeri è entrato in vigore l’obbligo per tutti i lavoratori autonomi di accettare il pagamento elettronico per importi superiori a 30 euro. La misura è stata salutata come un grande passo avanti contro l’evasione fiscale, ed in molti si sono lamentati del fatto che la norma non preveda una sanzione e pertanto l’obbligo sia più morale che pratico. La norma mi tocca personalmente perchè anche io, per la mia attività, avrei dovuto adeguarmi. Non l’ho fatto, e non lo farò. Non l’ho fatto, non per nascondere imponibile al fisco, ma perchè avrei avuto forse un cliente in un anno che mi avrebbe richiesto il pagamento a mezzo bancomat e per soddisfare il suo capriccio avrei dovuto pagare circa 1.200 euro l’anno alla banca per il servizio. Quello che viene fatto passare per una norma rivoluzionaria in realtà non è altro che l’ennesima marchetta fatta alle banche.

Al popolino ignorante e ciuco è stato fatto intendere che la norma serva a reprimere l’evasione fiscale, ma non è così. Infatti l’obbligo, pur anche morale, non è quello di effettuare tutti i pagamenti superiori a 30 euro con moneta elettronica. Questo avrebbe avuto un senso in quanto chi avesse avuto del “contante” non avrebbe saputo come spenderlo se non per importi molto esigui. Facciamo un esempio per capirci: se io avessi 50.000 euro in una cassetta di sicurezza derivanti da evasione sarei costretto a spenderli a tranche di 30 euro. Ciò significa che per smaltire quel “nero” avrei dovuto effetture  1.666,66 periodico  transazioni. Ciò avrebbe complicato in modo drammatico la vita all’evasore perchè avrebbe guadagnato senza riuscire a spendere il danaro illecitamente guadagnato.

Appare del tutto lapalissiano che l’onesto cittadino che non vuole farsi complice di un’evasione può dare soddisfazione al suo giusto desiderio di giustizia fiscale semplicemente richiedendo la fattura. Ma è altrettanto vero che se il cliente si facesse ingolosire da uno sconto in caso di prestazione effetuata senza emissione di fattura da parte del commerciante, piuttosto che del professionista o dell’artigiano allora non chiederebbe di pagare con il bancomat ma si presenterebbe con il contante già nella quantità che ritiene sia il giusto compromesso fra la gioa di essere un cittadino modello e la grande soddisfazione di tenersi in tasca i soldi che sarebbero andati al fisco. In questo secondo caso che ci sia in funzione o meno un pos (point of sale) appare del tutto irrilevante.

Spero di aver convinto altri che questa norma non ha niente a che vedere con la lotta all’evasione fiscale ma ha molto a che vedere invece con l’ennesimo favore fatto alle banche.

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