VanniGio/ Ottobre 22, 2016/ Pensieri/ 0 comments

Di sicuro quello che è uscito dalla riforma Boschi non è perfetto, non è sicuramente la cura a tutti i mali dell’Italia, ci mancherebbe altro, e sono anche certo che se succederà l’Italia sopravviverà alla  vittoria di chi è contrario a questa riforma.  Penso che il NO sia una scelta possibile ed abbia la sua dignità.  E’ una opzione “sicura”. Lo è perché  sappiamo già cosa ci attende; niente che non sia facile da  prevedere. È una scelta che da  certezza, sicurezza, tranquillità, non crea nessun batticuore. In molti ci hanno costruito una vita su questi valori. Poco rischio corrisponde a poca possibilità di miglioramento, a poco progresso. Se l’uomo non avesse osato, non avesse sperimentato probabilmente ci staremmo ancora chiedendo se il fuoco è buono o cattivo. Il NO è conservativo. E’ per chi considera che tutto sommato il presente non sia poi così male, è il voto di chi ha paura che domani si possa stare anche peggio. È il voto di chi non mette a rischio l’oggi per il domani. Legittimo pensarla così.
Questo voto, quello a  carattere conservativo, solitamente proviene dalle classi socialmente piu sicure, quelle che non vedono nel cambiamento  nessuna possibilità di migliorare la loro vita. Questo elettore considera che nella decisione da assumere debba pesare più il rischio che la propria posizione peggiori piuttosto che questa possa in qualche modo avvantaggiarsi della novità. Quelli che propendono per il NO tendono a conservare quello che hanno, sono poco inclini a mettere in gioco il proprio status, ritengono che non valga la pena rischiare, che il futuro con un SI non sia più per loro così sicuro come lo è oggi. Nessuno scandalo, la posizione risponde a leggi terrene ed è comprensibilissima. Come tutte le decisioni che prendiamo ogni giorno se le portiamo all’essenziale queste rispondono al bisogno che l’individuo ha di sopravvivere, di conservare la  specie.  Il soggetto NO percepisce come per lui pericolosa la strada avversa e ciò dà alla sua scelta pari dignità rispetto a chi voterà per il SI. È questione di  priorità. 
E’ per questa essenzialità delle scelte che io voterò SI al referendum, perché sono convinto che questa riforma migliorerà la mia vita, sono convinto che il rischio sia calcolato e che le imperfezioni si possano migliorare col tempo. Sono convinto che serva coraggio, che il nostro paese in particolare ne abbia bisogno, e che si debba vincere la paura della novità. Penso che l’Italia abbia bisogno di gente che rischia e questo cambiamento potrebbe essere l’apertura di una nuova stagione di coraggio, di svecchiamento, di speranza. Credo che nella vittoria del SI vi sarebbe un messaggio che va al di là della riforma costituzionale, un messaggio rivolto ai giovani e al bisogno che avranno di essere flessibili e pronti al cambiamento. Il bisogno che avranno di mettersi in gioco per poter competere.
Non sono un visionario, anzi credo di essere fin troppo piantato con i piedi per terra e non mi nascondo il rischio, endogeno ad ogni rinnovamento, di “buttar via il bambino con l’acqua sporca”. Può darsi che accada  ma per me la voglia di cambiare è più forte della paura stessa di cambiare. Come dicevo è questione di priorità.
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