VanniGio/ Gennaio 9, 2021/ Pensieri/ 0 comments

L’idea le era venuta guardando suo figlio Gabriele mentre giocava a Call of duty il giorno in cui le avevano rubato per la terza volta la macchina. Era affranta, si sentiva violentata, immaginava i ladri che ridevano, che si prendevano gioco di lei e l’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era una pistola col silenziatore e una tuta da guerra come quella che aveva l’avatar di Gabriele mentre insieme ai suoi amici spargeva morti online. Anzi due pistole una per mano ed anche il geolocalizzatore che le indicasse dov’era la sua piccola Panda rossa.
Adesso poteva entrare sicura a testa alta, pistole infilate nella cintura dietro la schiena, nel capannone dove avevano nascosto la refurtiva. Dentro due ragazzotti neanche trentenni, sicuramente i due balordi che le avevano rubato la Panda a cui non era particolarmente legata ma che le faceva comodo e comunque era sua e se l’era pagata tutta rata su rata.
Fumano, forse una canna, appoggiati alla refurtiva, ridono. Sentono i suoi passi, suo figlio ha fatto indossare pesanti scarponi militari al suo feroce avatar, neanche buttano la canna, neanche provano a scappare, anzi la figura esile di una donna sola gli suggerisce di affrontarla, di impaurirla. Basterà uno schiaffo.
Si fanno verso di lei, forti della loro età, del loro fisico, del loro pisellino moscio.
che cazzo vuoi?
Avanzano in coppia con i cappucci in testa e l’andatura dondolante di quei rapper neri americani con le catene d’oro al collo che tanto piacciono a Gabriele e i suoi amici.
Anche lei avanza veloce con passo sicuro, schiena dritta, sguardo fisso alle sue prede.
levati dai coglioni troia!
Anche quella seconda frase la attraversa senza colpirla, il fumatore getta la canna, l’altro passando accanto ad un carrello degli attrezzi prende al volo una chiave inglese enorme.
Lei li penetra con gli occhi li scansiona, percepisce ogni loro minimo movimento, suo figlio deve avere acquistato qualche skills particolare al suo guerriero. Riesce a sentire i loro pensieri.
La minaccia è di fronte, a dieci metri in rapido avvicinamento è il momento.
-ti spacco il faccino putt..
Le sue mani in contemporanea si muovo verso la sua schiena, impugnano i due calci freddi delle pistole, le estraggono veloci senza dar loro modo di impigliarsi nel cinturone. La testa dritta, il passo veloce e sicuro, gli occhi verso i due bersagli, sono a 5 metri. 
Tunf, tunf, tunf
Sinistra, destra, sinistra. Il primo colpo spezza in due la tibia del fumatore, il secondo colpisce la rotula del ginocchio sinistro del coraggioso picchiatore con la chiave inglese, il terzo colpo frantuma il ginocchio destro del primo ragazzotto oramai a terra.
Lei occhi fissi pistole puntate li guarda solo un attimo mentre si dibattono a terra in preda al dolore imbrattandosi nel loro sangue di merda.
Nessuna parola, si gira e se va.
Non è giusto? No non è giusto che due stronzi mi rubino la macchina in pieno giorno perché sanno che non può succedergli nulla.
Tutti abbiamo sognato almeno una volta nella vita di farci giustizia.

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