Oggi il New York Times si occupa della Toscana. Purtroppo più che dei bei paesaggi, del cibo saporito e dei magnifici vini, scrive del Monte dei Paschi. L’articolo riporta come la più antica banca ancora in funzione, oltre cinquecentoquaranta anni di storia, sia stata messa in ginocchio dalla finanzia del XXI secolo. Descrive come la Fondazione abbia agito in città come un vero e proprio governo ombra nell’ultimo decennio. Riporta la preoccupazione della città per quello che succederà senza i soldi del Monte. Il giornale attraverso le voci del presidente della misericordia e della responsabile di una cooperativa sociale sottolinea come i fondi che una volta il “Babbo Monte” distribuiva a pioggia sulla città per la salute, per i poveri, per gli asili nido, per lo sport oggi non ci siano più. Non lo scrivono chiaro al New York Times ma lasciano chiaramente intendere come degli errori del Monte, e delle sue speculazioni mancate ne paghino le conseguenze le fasce più povere, deboli e bisognose della città. Il chairman Profumo afferma che: “ Chiaramente molte banche di investimento hanno fatto molti soldi con il Monte dei Paschi, vorrei dire troppi soldi”. Ma il giornale non sembra dare molto credito a questa versione, anche perché le banche a cui fa riferimento Profumo sono americane. Il giornale è più propenso ad attribuire il fiasco alla consuetudine delle banche europee ad essere controllate da politici, i quali distribuiscono mutui e lavoro in cambio di voti, oppure sponsorizzano attività sociali e caritatevoli per comprare riconoscenza. Riportando anche l’esempio dell’ AC Siena l’articolo istituisce un parallelismo con la pratica degli imperatori romani per tenere sottomessi i cittadini