Il fine giustifica i mezzi

Il fine giustifica i mezzi

Sarebbe sicuramente più un’operazione d’immagine che di reale beneficio per i conti pubblici, ma ridurre per 500 milioni gli stipendi dei dirigenti della Pubblica Amministrazione farebbe bene all’Italia e soprattutto agli italiani. Sarebbe un’iniezione di fiducia verso il Matteo nazionale che, se non soffre proprio di incredulità, soffre quantomeno di difidenza e scetticismo. Questa mossa, insieme alla riduzione dei compensi dei consiglieri regionali a quello dei sindaci del loro capoluogo di regione, e dei manager statali al tetto dello stipendio del Presidente della Repoubblica, intevernti al limite del populismo, potrebbe rappresentare il cavallo di troia per arrivare a poter poi parlare dell’inefficenza della PA e del taglio di 85.000 dipendenti pubblici. Se Renzi portasse a compimento queste “missions impossible” potremmo perdonargli anche la pugnalata del suo “#enricostasereno”, perchè, come diceva un ben più illustre fiorentino, il fine giustifica i mezzi .

La colpa è del Partito Democratico

La colpa è del Partito Democratico

Se fosse una donna sarebbe una di quelle che nelle nostre zone si chiamano, “fihefredde”, una di quelle che son belle da guardare, ma poi non sai bene cosa farci, perchè quando ci esci insieme si rivelano noiosissime. Parlo di quelle donne che diventano poco attraenti a causa della consapevolezza della loro bellezza, che se la tirano eccessivamente. Stante il fatto che sto parlando di un partito, e non di una donna, evidentemente non posso che riferirmi al Partito Democratico. Un’amica, militante del PD, in una discussione su un post di FB mi ha illuminato. Pur facendo autocritica difendeva il proprio partito e concludeva la sua difesa con un’affermazione: lei, visto quello che c’era in giro, comunque avrebbe votato di nuovo il suo partito. Il problema del PD sta tutto qui. No, non nel fatto che una sua militante rifarebbe la stessa scelta, questo è naturale, ma nel fatto che lo votino soltanto coloro i quali l’hanno sempre votato. Storicamente il PD, Democratici, Quercia e via dicendo risalendo fino ai tempi di Berlinguer quindi al PCI, ha sempre avuto la stessa percentuale di voti, oscillante dal 25 al 30%. Il Partito Democratico in pratica vota se stesso, non si fa votare. E qui c’è tutto il suo narcisismo, si piace, non vuole intromissioni, sembra quasi voler dire che accetta soltanto chi lo ha sempre votato e non chi pretenda di saltare sul suo carro in corsa. La ricerca del consenso non è affar suo, i suoi accoliti si sentono come un prodotto di nicchia, un prodotto per pochi da difendere da contaminazioni esterne. La mia amica nel suo post lamentava il fatto

Read More