image1La Mina

Capitolo for – Lo scendiletto.

Mentre Lapo ed Agnese si avvicinavano a piccoli passi al bancone della reception, Marina passò da un tenero sorriso di ammirazione ad una espressione sorpresa quando vide cosa teneva in mano Lapo.

–      Dio mio Lapo dove l’hai trovata ?

Stava per rispondere “…nel refettorio dove mi hai detto tu.” Poi capì che Marina si riferiva alla borsa e sorrise.

–      Era in giardino dietro al rosmarino. Per come era bagnata devono essersela dimenticata lì ieri sera.

–      Mi sembra molto improbabile che se la siano dimenticata. Sai di chi è quella borsa … anzi … di chi era quella borsa?

–      Secondo la mamma della signora Lulli.

Agnese fece un ampio cenno di assenso con la testa.

–      Già proprio della Mina. Dubito che se la sia dimenticata, con quella borsa ci andava a letto.

Agnese fece di nuovo cenno di assenso con la testa.

–      A dire il vero, secondo la mamma di cose improbabili ne sono successe diverse ieri sera.

Agnese fece una faccia che sembrava un punto interrogativo.

–      Credo ci siano poche cose improbabili come la Mina che va a letto e dimentica in giro la sua borsa di pelle. Per lei era come la coperta per Linus.

Disse Marina ricordandosi di una conversazione avuta con il dottor Moschini, lo psicologo.

Agnese tornò ad annuire anche lei convinta che quella borsa rappresentasse un po’ una coperta per la signora Lulli anche se non conosceva questo materiale: il Linus.

–      E allora quanto ti sembra improbabile che la signora Lulli sprizzasse felicità da tutti i pori ieri sera?

E senza darle modo di rispondere continuò.

–      E che fosse felice perché le era arrivata una cartolina da suo fratello Fernando che è in vacanza a fare il turista?

Agnese fece una faccia che diceva “e che c’è di strano” mentre Marina sorridendo si lasciò scappare:

–      Cretino … stiamo parlando di un morto. No questa è troppo grossa chi l’ha inv…

Ma si interruppe allarmata dalle smorfie che Lapo stava facendo cercando di indicare sua madre senza che questa se ne accorgesse. Dopo un attimo di smarrimento chiaramente espresso  dai suoi occhi, Marina capì che quella assurda storia era il frutto di qualche piccola cicatrice nel tessuto cerebrale di Agnese.

 Lapo fu veloce a spostare l’attenzione sulla borsa porgendola a Marina.

–      Io te la consegno, pensaci tu.

–      Si, la prendo io. La consegnerò al direttore per gli eredi, se ne troveranno. Anche se in questi anni non si è mai fatto vivo nessuno a trovare la Mina.

–      Tranquilla, se  anche avesse un unico parente in Mongolia ora si farà vivo. Credo che i fratelli Lulli fossero benestanti, vedrai che …

–      Proprio per questo abbiamo avvertito il ragionier Mori,  curava i suoi  interessi, lui saprà se ci sono eredi.

–      A proposito di mori …,

intervenne Agnese che fino a quel momento era stata ad ascoltare muovendo la testa a destra e sinistra verso chi aveva la parola come fosse  a vedere una partita di tennis,

–      Ho detto a Lapo di portarmi al mare domani che è domenica per diventare un po’ mori. Sai, alla mia età il sole fa bene alle ossa e asciuga i bronchi.

Lapo non ricordava che la madre gli avesse fatto quella proposta e la guardava per capire dove volesse arrivare.

–      E lui ha avuto subito un pensiero per te, mi ha detto chiediamolo anche a Marina.

“Ma senti questa … Ecco dove voleva arrivare. Altro che demenza senile questa mi fa fesso” pensò il Corsini che intanto cercava di fare l’indifferente.

–      Grazie Lapo che bel pensiero.

–      Ma no figurati … era tanto che … ma se non puoi facciamo un’altra volta.

–      Posso, posso … domani non sono di turno.

Ci provò di nuovo ad evitare il tranello che le due donne gli avevano teso.

–      E poi non si sa … il tempo … se poi piove …  scegliamo con più cura … un’altra volta.

–      Domani ci sarà il sole a Viareggio l’ha detto Giuliacci sul cinque e tu … voi mi portate al mare. Fine del ragionamento!

Sentenziò secca Agnese guardando il figlio con tono di rimprovero.

Lapo provò a mettere subdolamente in difficoltà la madre e sorridendo a Marina disse in tono preoccupato.

–      E il babbo ?

La vecchietta si prese un attimo per riflettere poi:

–      Hai ragione … si passa a fargli una visitina la mattina prima di andare, tanto il cimitero apre alle 8.

Agnese fece l’occhiolino a Marina e s’incamminò verso il divano per lasciare i due ragazzi un po’ da soli.

Mentre l’una se ne andava, Anselmo stava arrivando con passo deciso e appena raggiunti i due si intromise senza esitazioni.

–      Scusa Lapo … Marina il dottore è sempre qui ?

–      No, è già andato via doveva finire le visite.

–      Qualcosa non va Memo ?

Chiese Lapo usando il nome che avevano dato ad Anselmo ai tempi della scuola. Ignorandolo Anselmo continuò rivolto a Marina.

–      Hai il suo numero di cellulare? Vorrei parlargli.

–      Il numero ce l’ho ma non credo ti serva perché quando è andato via ha detto che aveva il cellulare scarico.

–      Dammelo lo stesso, gli lascio un messaggio in segreteria.

Incuriosito dalla faccia preoccupata  di Anselmo, Lapo provò con la gentilezza a scalzarlo.

–      Ti senti bene ? Problemi?

–      No grazie Lapo. Tutto bene, però …

–      Però … ?!?

dissero all’unisono Lapo e Marina che percepivano che quel giorno poteva non essere ancora finita  con le cose improbabili.

–      Di sopra qualcosa non mi convince, ma io non son mica dottore, e se lui non ha detto niente non voglio certo passargli avanti.

–      Di cosa parli Anselmo, se dici così mi fai paura.

Piagnucolò Marina.

–      Paura di che? Bisogna aver paura dei vivi non dei morti.

Lapo scaricò sull’amica la sua curiosità, cercando di fare leva sulla bontà di Anselmo.

–      Ma insomma, la vedi questa povera ragazza, dille qual è il problema e falla stare tranquilla.

–      Ragazzi è solo un dubbio … sicuramente  mi sbaglio … ma no … non è possibile ci deve essere una spiegazione.

Si capiva che Anselmo stava combattendo una battaglia interna fra il dire ed il non dire. Si capiva anche che il dire avrebbe presto vinto.

–      Oh Memo … dillo anche a noi, così ti si dà del cretino e si va tutti casa.

–      Io veramente ho da star qui fino a stasera alle sei.

Commentò sarcasticamente Marina.

–      Ed io pensavo di essere a mangiare a casa all’ora di pranzo e invece mi sa che … me lo fai vedere il certificato di morte che ha  redatto il dottore?

–      Credi che debba chiedere l’autorizzazione ?

Disse Marina rivolta a Lapo, che essendo un professionista sui temi della privacy era il più edotto dei tre.

Dato che, oltre che edotto e commercialista, Lapo era anche terribilmente curioso, rispose in maniera sicura e tranquillizzante.

–      No. Fosse un estraneo ma Memo in questo caso è interessato per ragioni di servizio. Dovrà essere sicuro che sia morta no ?

Le sue parole suonarono convincenti per Marina.

Anselmo prese il foglio e la compagnia si strinse a lui per leggerne il contenuto, e fu così che  stando nel mezzo, ebbe modo di constatare con un gomito, come ancora il seno di Marina potesse dire la sua e con l’altro, come Lapo avesse messo su qualche chilo con gli anni. Ma fu il pensiero di un attimo perché iniziò a scorrere il foglio tenendo il segno con l’indice ed emettendo fra le labbra suoni incomprensibili mentre scandiva le parole che invece gli sembravano di interesse per la compagnia.

CONSTATAZIONE DI MORTE


Borgo Mulino lì, 29/05/2010

Il sottoscritto Dott. Migliorini Ezio certifica che il giorno 29 maggio 2010 alle ore 10,00 in località Montalto via Provinciale 67 presso la residenza per anziani Villa la Querce 
ha constatato l’avvenuto decesso di Lulli Mina identificata con carta d’identità n. DF1055160 rilasciata dal comune di Borgo Mulino  nata il 28/11/1925 a Borgo Mulino residente a Borgo Mulino via Provinciale n. 67 non trattasi / trattasi di morte per cause naturali a giudizio del sottoscritto dovuta a: arresto cardiaco  avvenuto nel sonno presumibilmente alle ore 03,00 del giorno 29/05/2010.

                                               Dott. Ezio Migliorini

–      Trattasi… ha cancellato non trattasi… quindi la morte è naturale… nel sonno… nel sonno, quindi nel letto.

Lapo e Marina si guardarono dai lati incrociando i loro sguardi sulla punta del naso di Anselmo cercando di capire chi dei due dovesse intervenire. Marina sembrava la più scossa e allora toccò a Lapo.

–      Facci capire, scusa … perché ti sembra strano che sia morta per cause naturali ?

Marina aggrottò la fronte pensando “… ecco sì perché?”.

–      Io non ho detto che mi sembrava strano … volevo solo vedere cosa avesse scritto il dottore.

–      Oh Memooo… cos’è curiosità professionale la tua? Oppure studi da medico legale al Cepu? Raccontacela giusta!

S’incazzò Lapo.

–      Ve l’ho detto mi sbagliavo … era solo … per capire. Anche se …

–      Senti Perry Mason o ci dici cosa pensi oppure eviti di coinvolgerci nelle tue seghe mentali.

Marina annuì pensando “… si eviti!”. Che a lei quella storia aveva già messo i brividi.

–      Ok… ok … vi dico.

I tre istintivamente si chiusero a cerchio come a proteggere la segretezza dell’informazione. Dopo una veloce occhiata in giro Anselmo iniziò.

–      Il problema è nello scendiletto.

–      Ma che cazz …

Sbottò Lapo uscendo dal cerchio.

–      Aspetta! lasciami spiegare …

–      Si … dai …lascialo spiegare

–      Lo scendiletto che di solito sta a terra vicino al letto stamani non era lì ..

–      Oddio mio no … e dov’era ?

Disse ironicamente Lapo. Gli altri due lo guardarono male.

–      Scusate, scusate … e mamma mia non si può neanche scherzare.

–      Era sotto la schiena della Mina. L’ho trovato quando ho spostato il cadavere per prepararlo, cosa che nessuno aveva ancora fatto.

Ora dico io, chi è che si corica e si mette nel letto sotto la schiena lo scendiletto per di più anche appallottolato ?

Sia Marina che Lapo ancora non c’erano arrivati, e si guardavano e poi guardavano Anselmo e poi si riguardavano senza dire niente per paura di risultare poco intelligenti.

–      Se però … è solo una spiegazione ce ne saranno sicuramente altre … immaginate che qualcuno abbia raccolto il cadavere da terra per adagiarlo sul letto … eh che dite ?

Marina spalancando gli occhi nell’espressione di chi è arrivato per primo a risolvere il rebus disse:

–      Potrebbe aver inforcato anche lo scendiletto senza accorgersene e …

Lapo allora si inserì avendo capito l’insinuazione di Anselmo.

–      Depositando il cadavere sul letto ha lasciato lo scendiletto sotto di lei che è rimasto lì sotto fino a che tu non hai spostato il cadavere.

Dopo questo dialogo a cui avevano dato contributo tutti e tre cadde il silenzio.

Lapo fu il primo a riprendersi.

–      Si va bene, il problema qual è ? La Mina si è sentita male è caduta e chi l’ha trovata in terra l’ha adagiata sul letto.

–      No … non può essere andata così.

Disse Marina con gli occhi fissi nel vuoto verso un punto immaginario.

–      E’ stata Santina Minniti ad avvertirmi che la Mina stava male …

–      L’avrà tirata su Santina …

Disse Lapo.

–      Santina è su una sedia a rotelle e peserà quaranta chili con il cappotto addosso.

Ritornò il silenzio.

Stavolta lo interruppe Anselmo.

–      Comunque ragazzi, il dottore ha scritto che la morte è  avvenuta per cause naturali quindi…

–      Si, vero il dottore ha detto così … lui si sarebbe accorto se c’era qualcosa di strano.

Continuò Marina. Lapo annuì poco convinto.

–      Allora, io vado a finire di prepararla e poi la porto alla cappella della Misericordia, mi ha detto don Paolo che la seppelliranno lunedì pomeriggio.

Tagliò corto Anselmo che dalla condivisione dei suoi dubbi  con gli altri due aveva  ricavato certezze tali da permettergli di tornare a pranzo a casa ad un’ora decente.

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