La colpa è del Partito Democratico

La colpa è del Partito Democratico

Se fosse una donna sarebbe una di quelle che nelle nostre zone si chiamano, “fihefredde”, una di quelle che son belle da guardare, ma poi non sai bene cosa farci, perchè quando ci esci insieme si rivelano noiosissime. Parlo di quelle donne che diventano poco attraenti a causa della consapevolezza della loro bellezza, che se la tirano eccessivamente. Stante il fatto che sto parlando di un partito, e non di una donna, evidentemente non posso che riferirmi al Partito Democratico. Un’amica, militante del PD, in una discussione su un post di FB mi ha illuminato. Pur facendo autocritica difendeva il proprio partito e concludeva la sua difesa con un’affermazione: lei, visto quello che c’era in giro, comunque avrebbe votato di nuovo il suo partito. Il problema del PD sta tutto qui. No, non nel fatto che una sua militante rifarebbe la stessa scelta, questo è naturale, ma nel fatto che lo votino soltanto coloro i quali l’hanno sempre votato. Storicamente il PD, Democratici, Quercia e via dicendo risalendo fino ai tempi di Berlinguer quindi al PCI, ha sempre avuto la stessa percentuale di voti, oscillante dal 25 al 30%. Il Partito Democratico in pratica vota se stesso, non si fa votare. E qui c’è tutto il suo narcisismo, si piace, non vuole intromissioni, sembra quasi voler dire che accetta soltanto chi lo ha sempre votato e non chi pretenda di saltare sul suo carro in corsa. La ricerca del consenso non è affar suo, i suoi accoliti si sentono come un prodotto di nicchia, un prodotto per pochi da difendere da contaminazioni esterne. La mia amica nel suo post lamentava il fatto

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