Niente da dover festeggiare.

Niente da dover festeggiare.

So già che mi attirerò poche simpatie con quello che sto scrivendo, ma per assurdo e per esperienza, credo i giudizi peggiori verranno dagli uomini e magari quelli impegnati in politica sempre a caccia di fans. L’8 MARZO è  la festa della donna o meglio è la giornata internazionale della donna. Ho sempre saputo che la scelta della data per il festeggiamento dovesse farsi risalire ad un incendio, in una fabbrica americana, nel quale persero la vita 129 operaie donne. Oggi scopro su Wikipedia, che in realtà quell’incendio è avvenuto tre anni dopo l’istituzione della celebrazione e non l’8 ma il 25 marzo . Non si finisce mai d’imparare. Ma  a parte i cenni storici, io credo che in realtà la donna non debba essere festeggiata. Mi spiego meglio. Dal mio punto di vista, e credo dovrebbe essere quello di tutti, la donna è esattamente come me.  Quindi posso prendere l’occasione, ma potrebbe essere qualsiasi altra, per avere il piacere di far festa a qualcuno, ma ritengo  che personalmente non debba riconoscere alle donne niente di più di quello che  riconosco loro ogni giorno. Vivo questo festeggiare come una reale disuguaglianza, come un reale voler rimarcare le diversità. E’ come se il 9 marzo dovessimo festeggiare le persone di colore, o il 7 ottobre tutti quelli con i capelli rossi, non ho bisongno di rimarcare qualcosa che già provo profondamente, cioè che SIAMO TUTTI UGUALI. Non ho mai pensato che le persone di colore o quelle con una bella capigliatura rossa fossero diverse da me e per questo non mi è mai venuto in mente di festeggiarle. Provo lo stesso sentimento nei

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