VanniGio/ Settembre 30, 2013/ Pensieri/ 1 comments

Oggi sono quattro anni che il mio babbo è morto. Lo dicono tutti del proprio ed è vero, i babbi quando li hai persi continuano a mancare anche se hai passato i cinquanta. Ho avuto la fortuna di aver avuto un grande babbo, molto severo e poco incline all’esternazione dei sentimenti; non ricordo mi abbia mai detto “ti voglio bene”, ma non ce n’era bisogno, era il mio babbo e di bene me ne voleva parecchio. Fino ad una certa età per me era meglio di Superman, era il mio babbo: il migliore, il più forte, il più intelligente di tutti. Negli anni della maturità ho iniziato a riconoscere i suoi difetti, le sue lacune, le sue debolezze, ma gli ho perdonato sempre tutto perchè era il mio babbo. Ne ho ammirato l’intelligenza sopraffina, la cultura, la passione per la storia e per la politica, facile era il mio babbo. Gli ho invidiato l’incrollabile forza di volontà e la sua laurea in sociologia con 110 e lode presa a quarant’anni con quattro figli piccoli, per lui mi si è gonfiato il petto d’orgoglio, era il mio babbo. Mi ha lasciato cose importanti, tre fratelli ed una mamma eccezionali. Mi ha lasciato parole che mi sono utili ogni giorno, “prima di usare le mani usa il cervello” e altre sulle quali meditare ogni giorno “la religione è un elastico, ognuno la tira come vuole”, era il mio babbo. Il mio … babbo.

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1 Comment

  1. Incredibile quanto le persone che hanno contato veramente nella tua vita, continuino a far parte di essa, anche quando non ci sono più. Per me è così…forse per un rapporto speciale che credo di aver avuto con il mio..non so… So solo che mi piacerebbe segnare la vita delle mie figlie così come mio padre ha segnato la mia..

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