VanniGio/ Marzo 23, 2013/ Pensieri/ 2 comments

 

Craxi e reagan

Craxi e Reagan

Nei primi giorni dell’ottobre del 1985 un commando terrorista filo palestinese prese il comando della nave da crociera italiana “Achille Lauro”, mentre stava navigando nel Mediterraneo. Purtroppo durante le fasi del sequestro i terroristi uccisero un turista statunitense che aveva violentemente criticato, nonostante fosse su una sedia a rotelle, l’operato dei terroristi. Il suo corpo fu gettato in mare. All’epoca dei fatti il governo italiano era presieduto da Bettino Craxi, aveva come ministro degli esteri Giulio Andreotti e ministro della Difesa Giovanni Spadolini, ed era presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Attraverso una mediazione italiana con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e il governo egiziano, i terroristi si arresero in Egitto, a Port Said. Il Governo italiano, ancora all’oscuro dell’uccisione dell’ostaggio, dette precise rassicurazioni sull’immunità riservata ai terroristi valida nel caso in cui sulla nave non fossero stati commessi gravi crimini. I terroristi insieme ad alcuni uomini dei servizi egiziani ed ad un mediatore palestinese noto con il nome di Abu Abbas partirono con un aereo di linea egiziano alla volta di Tunisi, che all’epoca ospitava la sede dell’OLP e del suo leader carismatico Yasser Arafat. Gli americani, contrari fin dall’inizio alla trattativa, obbligarono, facendolo scortare da alcuni caccia, l’aereo con i terroristi ad atterrare all’aeroporto militare siciliano di Sigonella.

Una volta che l’aereo fu atterrato, i militari della Vigilanza Aereonautica Militare e i Carabinieri ricevettero l’ordine dal Presidente Craxi di prendere in custodia l’aereo e non permettere a nessuno di violarne l’extraterritorialità. Pochi minuti dopo, a luci spente e senza autorizzazioni da parte della torre di controllo atterrarono due aerei americani con a bordo militari delle forze speciali. Questi avevano l’ordine di prendere in consegna i terroristi ed il loro accompagnatore Abu Abbas che sospettavano fosse l’ideatore del sequestro. Pertanto scesi dai loro aerei si diressero verso l’aereo egiziano che era già stato circondato dai militari italiani. I militari della Delta Force accerchiarono a loro volta i Carabinieri e gli avieri italiani. Il Governo italiano, deciso a far rispettare le proprie volontà sul territorio nazionale, fece convergere sulla pista di Sigonella altri Carabinieri che costituirono un ulteriore accerchiamento dell’aereo egiziano, delle truppe italiane e di quelle statunitensi. Vi furono momenti di alta intensità e si rischiò il conflitto a fuoco fra i militari intorno all’aereo egiziano. Il comandante americano, con comunicazioni satellitari informò il presidente Reagan che stupito dall’atteggiamento italiano, contattò il nostro Governo nella persona di Bettino Craxi per far valere le sue ragioni. Ronald Reagan, un presidente conservatore e dal pugno di ferro usò tutta pressione che gli Stati Uniti d’America potevano esercitare sul nostro paese e sul suo premier Bettino Craxi. Questi ciò nonostante si rifiutò di consegnare i terroristi alle forze americane ingaggiando un vero braccio di ferro armato con la prima potenza mondiale, sostenendo che gli eventuali reati si erano consumati sul suolo italiano (l’Achille Lauro) e che quindi sarebbero stati processati in Italia e che nessun esercito straniero poteva agire a suo piacimento sul territorio nazionale.

Vista l’intransigenza italiana gli americani dovettero risalire a bordo dei loro aerei e ritornare sulla portaerei USS Saratoga nel mezzo del Mediterraneo. Dopo una serie di altre peripezie accadute nei giorni successivi i terroristi palestinesi furono assicurati alla giustizia italiana e Abu Abbas, l’accompagnatore accusato dagli americani di essere il mandante del sequestro, fu lasciato ripartire alla volta di Belgrado. Successivamente i terroristi furono processati in Italia e duramente condannati e gli americani dimostrarono che effettivamente Abu Abbas era stato l’ideatore e l’organizzatore del sequestro. Qualche mese dopo Ronald Reagan con una famosa lettera che iniziava con “Dear Bettino” invitò Craxi in visita ufficiale negli Stati Uniti facendo completamente rientrare l’incidente diplomatico e riconoscendo la fermezza del comportamento italiano.

L’ho voluto raccontare per ricordare che siamo stati capaci di farci rispettare dalla più grande potenza economica militare mondiale ed oggi pieghiamo la testa davanti all’India. Altri tempi ed altri uomini che che se ne possa dire.

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2 Comments

  1. * Hadewich Antonissen (24),Belga
    * Stefan Bekaert (28), belga;
    * Dieter Frank Blumenfeld (47), tedesco;
    * Rose-Marie Eyskens (24), belga;
    * Danielle Groenleer (20), olandese;
    * Michael Pötschke (28), tedesco;
    * Egon Uwe Renkewitz (47), tedesco;
    * Marina Mandy Renkewitz (24), tedesca;
    * Maria Steiner-Stampfl (61), italiana;
    * Ewa Strzelczyk (37), polacca;
    * Philip Strzelczyk (14), polacco;
    * Annelie Urban (41), tedesca;
    * Harald Urban (41), tedesco
    * Sebastian Van den Heede (27), belga;
    * Marcello Vanzo (56), manovratore della Cabina in discesa, italiano;
    * Stefaan Vermander (27), belga;
    * Anton Voglsang (35), austriaco;
    * Sonja Weinhofer (22), austriaca;
    * Jürgen Wunderlich (44), tedesco;
    * Edeltraud Zanon-Werth (56), italiana.

    Tragedia del Cermis…. 75% di risarcimento dagli USA…. ma solo qualche mese di reclusione al navigatore….. qui non abbiamo potuto portarli davanti ad un tribunale!!!!!

    Così…me l’hai fatto ricordare…. giusto un tributo…

    1. Dal punto di vista internazionale il proprio esercito va sempre difeso, una volta a casa sta a noi essere giusti.

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