Artù – La festa (terza puntata)

Artù – La festa (terza puntata)

Anche stamani mi sono avvicinato alla gabbia e Artù era sempre lì. Gli ho rimesso un po’ di miglio nelle mangiatoie e dell’acqua fresca, perchè con la festa di ieri era tutto vuoto. Si, ieri c’è stata gran festa, con miglio a volontà, acqua pulita e polverina bianca (osso di seppia ndr). I primi passeri si erano avventurati nella gabbia con circospezione, quasi chiedendo permesso, poi visto il padrone di casa accondiscendente si erano fatti più intraprendenti ed anzi hanno iniziato ad invitare amici e amici degli amici fino a che la gabbia non è diventata una vera e propria bolgia infernale. Si è assistito da parte delle passere e dei passeri più “di fuori” a spogliarelli improvvisati e risse, non per forza in questo ordine. Hanno strillato, saltato, ballato fino all’imbrunire pinzi di miglio, ubriachi di acqua pura e fatti di osso di seppia. Hanno mangiato e bevuto tutto e sporcando fino all’inverosimile la gabbia di Artù. Lui cercava di divertirsi senza troppa convinzione. L’ho visto rifiutare le avances di più di una passera ubriaca ed improvvisare qualche imbarazzato passo di danza insieme a passeri alterati dall’abbondanza di sostanze. Stamani è di nuovo solo, finito il mangiare ed il bere nemmeno un passero, tantomeno passere. Comunque inutile illudersi quando un amore finisce non sono gli amici e le feste quello che manca. Ho preso in mano lo sportellino della gabbia per richiuderlo, tanto per ora Artù non sembra volersene andare, ma lui mi ha guardato scuotendo in segno di negazione la testa. – Ah allora hai deciso, te ne vai. Gli ho detto convinto. Lui mi ha risposto mesto: – No,

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Niente da dover festeggiare.

Niente da dover festeggiare.

So già che mi attirerò poche simpatie con quello che sto scrivendo, ma per assurdo e per esperienza, credo i giudizi peggiori verranno dagli uomini e magari quelli impegnati in politica sempre a caccia di fans. L’8 MARZO è  la festa della donna o meglio è la giornata internazionale della donna. Ho sempre saputo che la scelta della data per il festeggiamento dovesse farsi risalire ad un incendio, in una fabbrica americana, nel quale persero la vita 129 operaie donne. Oggi scopro su Wikipedia, che in realtà quell’incendio è avvenuto tre anni dopo l’istituzione della celebrazione e non l’8 ma il 25 marzo . Non si finisce mai d’imparare. Ma  a parte i cenni storici, io credo che in realtà la donna non debba essere festeggiata. Mi spiego meglio. Dal mio punto di vista, e credo dovrebbe essere quello di tutti, la donna è esattamente come me.  Quindi posso prendere l’occasione, ma potrebbe essere qualsiasi altra, per avere il piacere di far festa a qualcuno, ma ritengo  che personalmente non debba riconoscere alle donne niente di più di quello che  riconosco loro ogni giorno. Vivo questo festeggiare come una reale disuguaglianza, come un reale voler rimarcare le diversità. E’ come se il 9 marzo dovessimo festeggiare le persone di colore, o il 7 ottobre tutti quelli con i capelli rossi, non ho bisongno di rimarcare qualcosa che già provo profondamente, cioè che SIAMO TUTTI UGUALI. Non ho mai pensato che le persone di colore o quelle con una bella capigliatura rossa fossero diverse da me e per questo non mi è mai venuto in mente di festeggiarle. Provo lo stesso sentimento nei

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