Non siamo pesci rossi.

Non siamo pesci rossi.

La politica sta discutendo circa l’eliminazione dell’IMU e l’aumento di un punto dell’IVA, un valore di circa otto miliardi di euro. La spesa pubblica in Italia è di circa ottocento miliardi di euro.Stanno discutendo, senza trovare una soluzione, dell’1% della spesa pubblica. Se ad una famiglia che vive con 1.200 euro al mese chiedi di risparmiare 12 euro in un mese sono sicuro che riesce a farlo. Si priverà dell’ultimo minimo accenno di benessere rimasto, oppure passerà gli ultimi giorni del mese cenando con pane e latte, ma sono sicuro che riuscirà in questa impresa se la riterrà importante per il suo benessere futuro. I nostri politici, non importa se sono o non sono al governo perché anche quelli all’opposizione non hanno ricette da dare, non riescono a trovare soluzione a questo problema. Io credo che nessuna persona con un quoziente d’intelligenza appena superiore a quello del pesce rosso possa sentirsi rappresentata da questa massa di smidollati che sono i nostri parlamentari. Siamo veramente ad un passo dall’anarchia, nelle mani di un parlamento che non è in grado di decidere niente ed oggi, lo sappiamo tutti, non decidere equivale a fare scelte sbagliate. La glassa appiccicosa della ricerca del consenso rallenta ogni movimento, soffoca ogni voce, impedisce scatti e azioni rapide ed efficaci che sono diventate imprescindibili per la nostra salvezza. Le riforme di cui abbiamo bisogno sono sotto gli occhi di tutti, quelle riescono davvero a vederle anche i pesci rossi, il problema è che nessuno è in grado di portarle avanti. Sono riforme dolorose che devono scontentare molti, riforme che per essere efficaci e portate a termine devono essere, non

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La metafora dei bambini.

La metafora dei bambini.

C’è sempre un bambino che ha il pallone, nel senso che è suo, lo possiede, ne è il proprietario. E allora si immagina che questo  fatto gli dia dei diritti, lui vuol decidere chi prendere in squadra con se, sceglie i più forti, vuole vincere senza lottare. Ma non gli basta, pretende di giocare nel campo migliore, quello leggermente in salita, così gli avversari faranno più fatica ad arrivare alla porta per fare goal.  A quei bambini che provano a protestare viene immediatamente ricordato che il pallone è suo e che se non fanno come dice lui allora non si gioca. Basta questa minaccia per far si che i bambini ribelli siano riportati alla ragione da altri bambini che vogliono solo giocare. Quelli più riflessivi solitamente sono quei bambini che stanno in squadra con il proprietario del pallone, quelli che giocheranno nella squadra migliore, nel campo migliore e sono predestinati a vincere la partita. Certe volte, rare a dire il vero, succede l’imprevisto, succede che qualche bambino non si riesca a convincerlo, e che questo decida che se deve giocare per perdere preferisce non giocare convincendone altri a fare come lui, a rifiutarsi di giocare. Dall’imprevista reazione nasce un problema,  mancano i giocatori, non sono sufficienti, le squadre non si possono formare, non gioca più nessuno neanche il bambino con la palla perché non può giocare a calcio da solo. In questo caso il bambino prepotente (e capitalista, ha la palla) si accorge di avere sbagliato, cerca di rimediare, propone di rifare le squadre, diventa strumentalmente meno prepotente, suggerisce che  magari per il campo migliore si può fare un tempo per uno,

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Endorsment

Endorsment

Meno quattro al voto e tante sono le persone che ancora non hanno trovato casa nel caotico panorama politico. Inutile star qui a raccontare quanto tutti siamo sconcertati, delusi e nauseati dalla politica. Domenica e lunedi dovremo scrivere qualcosa su quelle schede e quindi provo a fare il mio endorsment. Naturalmente non ho alcuna intenzione di convince nessuno, ma solo quella di dare il mio personale punto di vista e dire chiaramente per chi voterò e perché. La decisione di scrivere questo pezzo l’ho maturata in questi giorni, leggendo su internet e in particolar modo su facebook molti commenti a fatti e uomini politici. Commenti a volte ironici, spesso rabbiosi, sempre comunque di parte. Ho notato però che nessuno ha chiaramente scritto per chi avrebbe votato e perché lo avrebbe fatto. Credo faccia parte del nostro essere italiani, sparare da dietro i cespugli ci viene meglio che dichiarare apertamente il nostro voto. Prima di esporci consideriamo sempre quello che penseranno gli altri di noi. Rimanere in bilico dicendo e non dicendo per non dar da pensare ai nostri clienti, ai nostri vicini, ai nostri amici  e via dicendo è più facile. Avendo notato questo atteggiamento ho pensato di provare io per primo a cambiare e fare coming out … no non quel coming out, sto parlando di politica e quindi esternazione della propria idea. L’idea politica di un uomo, naturalmente, è legata a molti fattori compresa ineluttabilmente la sua educazione, pertanto un cenno è necessario darlo affinché chi legge possa avere anche gli strumenti giusti per affrontare criticamente quanto affermerò. Esiste un fatto nella mia famiglia che ha segnato le nostre idee

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