Gay … ancora?

Gay … ancora?

Con questa pizza dell’omosessualità va a finire che ci dobbiamo sentire in colpa se siamo eterosessuali. Io credo che in maniera subdola l’omosessualità sia in realtà sfruttata proprio da coloro i quali vogliono a tutti i costi dirci quanto sono favorevoli. Tutto quello che rientra nella sfera sessuale alla fine fa notizia, “tira” in senso di visite o di “mi piace”, piuttosto che di vendite di giornali o share televisivi. Cerchiamo di non essere ipocriti non siamo abituati all’omosessualità, ancora ci facciamo caso, non rientra nel nostro concetto di “normale” (inteso come atteggiamento prevalente senza voler dare nessun giudizio). D’altra parte fino a ieri l’omosessualità era considerata una vergogna, una malattia, una deviazione ed il fatto che nell’antichità a Roma, a Sparta o ad Atene fosse pratica largamente usata, tollerata ed in qualche caso anche incoraggiata non cambia assolutamente le cose per chi, come me, è nato negli anni sessanta. Ancora, per tenere che possano essere, le effusioni fra due uomini oppure fra due donne attirano la nostra attenzione, le notiamo e non credo ci sia niente di sbagliato in questo. Penso che dobbiamo darci il tempo necessario per riuscire a non meravigliarci più di un bacio saffico o di due uomini che si tengono per la mano. Ricordiamoci che 40 anni fa un uomo o una donna divorziati erano additati per strada, poi con l’aumentare dei casi ed il passare degli anni tutto è diventato “normale” (forse anche troppo!). Insomma mi pare che passi avanti ne siano stati fatti e che non si debba esagerare con il voler far passare il fenomeno come “il problema”, è solo un problema ed a

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Artù – La festa (terza puntata)

Artù – La festa (terza puntata)

Anche stamani mi sono avvicinato alla gabbia e Artù era sempre lì. Gli ho rimesso un po’ di miglio nelle mangiatoie e dell’acqua fresca, perchè con la festa di ieri era tutto vuoto. Si, ieri c’è stata gran festa, con miglio a volontà, acqua pulita e polverina bianca (osso di seppia ndr). I primi passeri si erano avventurati nella gabbia con circospezione, quasi chiedendo permesso, poi visto il padrone di casa accondiscendente si erano fatti più intraprendenti ed anzi hanno iniziato ad invitare amici e amici degli amici fino a che la gabbia non è diventata una vera e propria bolgia infernale. Si è assistito da parte delle passere e dei passeri più “di fuori” a spogliarelli improvvisati e risse, non per forza in questo ordine. Hanno strillato, saltato, ballato fino all’imbrunire pinzi di miglio, ubriachi di acqua pura e fatti di osso di seppia. Hanno mangiato e bevuto tutto e sporcando fino all’inverosimile la gabbia di Artù. Lui cercava di divertirsi senza troppa convinzione. L’ho visto rifiutare le avances di più di una passera ubriaca ed improvvisare qualche imbarazzato passo di danza insieme a passeri alterati dall’abbondanza di sostanze. Stamani è di nuovo solo, finito il mangiare ed il bere nemmeno un passero, tantomeno passere. Comunque inutile illudersi quando un amore finisce non sono gli amici e le feste quello che manca. Ho preso in mano lo sportellino della gabbia per richiuderlo, tanto per ora Artù non sembra volersene andare, ma lui mi ha guardato scuotendo in segno di negazione la testa. – Ah allora hai deciso, te ne vai. Gli ho detto convinto. Lui mi ha risposto mesto: – No,

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Artù – la verità

Artù – la verità

Artù mi sta stupendo nonostante gli sia stata fatta la grazia (vedi post di stamani) continua a rimanere nella sua gabbia aperta tirando avanti la vita esattamente come ha fatto per qualche anno in precedenza. Incuriosito dal suo atteggiamento sono tornato più volte a vedere cosa facesse, e l’ho trovato a pulirsi il becco alle sbarre, a mangiare, a bere, a lisciarsi le penne, comunque sempre ben lontano dalle porte aperte della gabbia. Quasi non volesse neanche essere tentato. Quelli che invece non hanno paura affatto anzi godono della nuova situazione sono i passerotti che entrano ed escono dalla gabbia andando a mangiare nelle mangiatoie ancora ben fornite di Artù. Volevo capire, mi son seduto accanto alla gabbia, l’ho chiamato e lui si è girato salutandomi un po’ distrattamente. Gli ho chiesto come andasse, l’abbozzo di un piccolo sorriso e l’oscillazione dell’estremità dell’ala destra valevano un “- Insomma …”. Ho insistito – I cacciatori erano una scusa?. Il suo sguardo perso nell’infinito ed il suo silenzio sono stati sufficienti per farmi capire che avevo colto nel segno. – È per la storia di Onda ? Ho azzardato, fingendo distrazione. Alla parola Onda ha avuto un sussulto e per mascherare il moto avuto, è saltato all’abbeveratoio ed ha inzuppato il becco nell’acqua. Ho notato però che anche mentre faceva finta di bere mi guardava di lato, come chi pur ostentando disinteresse vuole che la discussione vada avanti. Sono stato al gioco. – Lo sai come son fatte le femmine. Magari torna. Se ti ha detto che il merlo è solo un amico perchè non dovresti crederci. Ti ha mai raccontato cazzate ? Artù

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Buone notizie.

Buone notizie.

  Leggendo “Ilsole24ore” di Sabato 3 Agosto 2013 riporto quelle che mi sembrano “buone notizie” sul fronte economico, nello sforzo di contribuire a portare ottimismo e fiducia nel futuro. Buona giornata. IN ITALIA “… Ora lo spread Italia-Germania è a quota 260 punti, minimo dal 5 giugno scorso.” “… Ma sono i numeri a parlare ancora più esplicitamente. Prendiamo i BTp decennali, principali termometri del rischio-Italia: il loro rendimento è sceso dal 4,37% di giovedì sera al 4,25%, livello minimo dal 19 giugno scorso. Questo significa che gli investitori hanno comprato titoli di Stato italiani.” “… Insomma: ieri l’Italia ha recuperato terreno su tutti i Paesi europei. Ha ridotto i rendimenti più di tutti gli altri.” NEGLI USA “… L’economia americana è riuscita a ridurre il tasso di disoccupazione al 7,4% in luglio, il minimo dal dicembre del 2008, l’anno che vide l’esplosione della grande crisi. Un calo di 0,2 punti percentuali, grazie alla creazione di 162mila posti di lavoro compresi seimila nel settore manifatturiero.” “… Recenti statistiche economiche sono parse di buon auspicio per il futuro. Ieri gli ordini alle fabbriche di giugno sono lievitati dell’1,5 per cento. Il Pil nel secondo trimestre ha marciato al passo dell’1,7%, debole ma quasi doppio rispetto alle attese. Il manifatturiero ha messo in luce una solida espansione.“

Non siamo pesci rossi.

Non siamo pesci rossi.

La politica sta discutendo circa l’eliminazione dell’IMU e l’aumento di un punto dell’IVA, un valore di circa otto miliardi di euro. La spesa pubblica in Italia è di circa ottocento miliardi di euro.Stanno discutendo, senza trovare una soluzione, dell’1% della spesa pubblica. Se ad una famiglia che vive con 1.200 euro al mese chiedi di risparmiare 12 euro in un mese sono sicuro che riesce a farlo. Si priverà dell’ultimo minimo accenno di benessere rimasto, oppure passerà gli ultimi giorni del mese cenando con pane e latte, ma sono sicuro che riuscirà in questa impresa se la riterrà importante per il suo benessere futuro. I nostri politici, non importa se sono o non sono al governo perché anche quelli all’opposizione non hanno ricette da dare, non riescono a trovare soluzione a questo problema. Io credo che nessuna persona con un quoziente d’intelligenza appena superiore a quello del pesce rosso possa sentirsi rappresentata da questa massa di smidollati che sono i nostri parlamentari. Siamo veramente ad un passo dall’anarchia, nelle mani di un parlamento che non è in grado di decidere niente ed oggi, lo sappiamo tutti, non decidere equivale a fare scelte sbagliate. La glassa appiccicosa della ricerca del consenso rallenta ogni movimento, soffoca ogni voce, impedisce scatti e azioni rapide ed efficaci che sono diventate imprescindibili per la nostra salvezza. Le riforme di cui abbiamo bisogno sono sotto gli occhi di tutti, quelle riescono davvero a vederle anche i pesci rossi, il problema è che nessuno è in grado di portarle avanti. Sono riforme dolorose che devono scontentare molti, riforme che per essere efficaci e portate a termine devono essere, non

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I due amici

I due amici

E’ da stamani che ho un pensiero in testa, ma vorrei condividerlo con altri. La questione riguarda il rapporto di amicizia fra due persone, un rapporto lungo una vita che nonostante anche alcune avversità e spunti per  poter essere interrotto non ha mai avuto tentennamenti, neanche temporanei. Il primo dei due amici, Carlo, non ha proprio quel che si dice un bel carattere, non è per niente affabile ne accomodante. Diciamo che Carlo  ha una certa capacità di attirarsi antipatie. Per l’amor di Dio niente di drammatico, ma il suo dire sempre e comunque quello che ha in testa, anche quando ha in testa delle castronerie, negli anni gli ha creato più di un’antipatia. L’altro amico, Michele, è l’esatto contrario, lui sorride a tutti e per tutti ha una parola di attenzione, tutti gli riconoscono un’affabilità fuori dal normale. Ad essere  sinceri, certe volte più che di affabilità si tratta di capacità di raccontare ad ognuno quello che vuol sentirsi dire. Ama stare nel mezzo e difficilmente prende una parte. Di fatto gli vogliono tutti bene, e non potrebbe essere diversamente vista la sua innata medianità. Fra Carlo e Michele, i loro caratteri così diversi, non rappresentano un problema, si conoscono da sempre e sanno come interagire ognuno con i pregi ed i difetti dell’altro. Il problema nasce piuttosto  dai rapporti con i terzi. Infatti, Michele, l’affabile, ha rapporti con uno dei nemici di Carlo, il sincero “rompiballe”. Il rapporto è nato da poco ed è sicuramente poco importante, anzi conoscendo Michele Carlo sa che della nuova conoscenza gli importa poco e nulla, per Michele è un rapporto un po’ di cortesia

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Teoria evolutiva applicata alla crisi economica. (la crisi non esiste, siano noi inadeguati)

Teoria evolutiva applicata alla crisi economica. (la crisi non esiste, siano noi inadeguati)

Jens Weidmann numero uno della Bundesbank nei giorni scorsi ha fatto una dichiarazione importante, che è passata quasi inosservata ai più. Il banchiere ha sostenuto che saranno necessari almeno altri dieci anni per uscire dalla crisi. A questa convinzione partecipo, nel mio piccolo, da tempo. L’orizzonte temporale di dieci anni in una società moderna, industrializzata  e globalizzata quale la nostra rappresenta un’era. Ogni era, paleozoica, mesozoica o neozoica ha avuto un suo determinato e unico ambiente, nel quale alcuni organismi sono nati, altri si sono trasformati, ed alcuni estinti.  Gli organismi che hanno preteso di vivere la nuova era con le regole del passato, non hanno visto la nuova l’alba. Lo stesso destino hanno avuto anche coloro i quali, con lungimiranza evolutiva, sarebbero stati in grado di vivere secondo le regole dell’era successiva, ma inadatti al presente. Ogni ambiente detta le proprie regole, ed in base a quelle si gioca la lotta per la sopravvivenza. L’orologio della vita vuole puntualità, ne ritardi ne anticipi. Per quanto un ambiente potesse essere peggiore del precedente, con l’aria irrespirabile a causa dei gas, la terra sconvolta da terremoti ed eruzioni o i mari flagellati da tempeste, gli organismi hanno dovuto imparare a respirare quell’aria, muoversi su quelle terre e difendersi da quel mare. Attualmente stiamo vivendo un’era nella quale l’ambiente economico, finanziario e sociale ha le sue precise regole, che non sono ne quelle precedenti al 2009, ne quelle del mondo fra dieci anni. La teoria di evolutiva di Darwin è attuale e ci indica la via da seguire. Valutare questo come un momento di transizione neutro, quasi una frattura spazio-temporale, che si può attraversare

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L’America e il “nero” (non Obama)

L’America e il “nero” (non Obama)

Leggendo qua e la sulla rete mi sono imbattuto in un articolo del magazine “The New Yorkers” che mi ha veramente sorpreso. L’articolo è intitolato “The underground recovery” (La ripresa sotterranea) e mi ha rivelato fatti di cui ero all’oscuro, e questo risultato non era difficile da conseguire, ma da una parte mi ha tolto certezze e dall’altra mi ha dato serenità. Il numero è da capogiro, 2.000 miliardi di dollari, questo è quanto sarebbe sfuggito al fisco americano nel 2012, e questi guadagni “underground” non provengono da venditori di droga o boss mafiosi, ma da tate, barbieri, web-site designers e muratori. Nel 1992 l’I.R.S. (Internal Revenue Service l’equivalente della nostra Agenzia delle Entrate) stimava una perdita di 80 miliardi di dollari di entrate fiscali a causa dell’economia sotterranea, nel 2006 la perdita stimata era di 385 miliardi, quindi con una tendenza all’aumento.  Ma come ? ma se gli americani scaricano tutto e quindi non hanno vantaggi a fare nero? Continuo nella lettura, che comincia ad appassionarmi dato il lavoro che faccio, e l’economista intervistato che ha studiato il fenomeno della “underground or gray economy” per trentacinque anni la spara ancora più grossa. Sostiene infatti che la migliore impronta lasciata da questo fenomeno, che vuole l’anonimato, è l’uso del contante. Si parla di 750.000 miliardi di dollari di cash che gli americani si scambiano, con una percentuale di yankees che non usano le banche impressionante ed in aumento. Insegnanti privati, tate, maestri di yoga, domestiche e chi più ne ha più ne metta sono spesso pagati in contanti. Da una ricerca appare che il 97% delle tate è pagato “under the table”.

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Quando l’Italia aveva le palle.

Quando l’Italia aveva le palle.

  Nei primi giorni dell’ottobre del 1985 un commando terrorista filo palestinese prese il comando della nave da crociera italiana “Achille Lauro”, mentre stava navigando nel Mediterraneo. Purtroppo durante le fasi del sequestro i terroristi uccisero un turista statunitense che aveva violentemente criticato, nonostante fosse su una sedia a rotelle, l’operato dei terroristi. Il suo corpo fu gettato in mare. All’epoca dei fatti il governo italiano era presieduto da Bettino Craxi, aveva come ministro degli esteri Giulio Andreotti e ministro della Difesa Giovanni Spadolini, ed era presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Attraverso una mediazione italiana con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e il governo egiziano, i terroristi si arresero in Egitto, a Port Said. Il Governo italiano, ancora all’oscuro dell’uccisione dell’ostaggio, dette precise rassicurazioni sull’immunità riservata ai terroristi valida nel caso in cui sulla nave non fossero stati commessi gravi crimini. I terroristi insieme ad alcuni uomini dei servizi egiziani ed ad un mediatore palestinese noto con il nome di Abu Abbas partirono con un aereo di linea egiziano alla volta di Tunisi, che all’epoca ospitava la sede dell’OLP e del suo leader carismatico Yasser Arafat. Gli americani, contrari fin dall’inizio alla trattativa, obbligarono, facendolo scortare da alcuni caccia, l’aereo con i terroristi ad atterrare all’aeroporto militare siciliano di Sigonella. Una volta che l’aereo fu atterrato, i militari della Vigilanza Aereonautica Militare e i Carabinieri ricevettero l’ordine dal Presidente Craxi di prendere in custodia l’aereo e non permettere a nessuno di violarne l’extraterritorialità. Pochi minuti dopo, a luci spente e senza autorizzazioni da parte della torre di controllo atterrarono due aerei americani con a bordo militari delle forze speciali. Questi

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La metafora dei bambini.

La metafora dei bambini.

C’è sempre un bambino che ha il pallone, nel senso che è suo, lo possiede, ne è il proprietario. E allora si immagina che questo  fatto gli dia dei diritti, lui vuol decidere chi prendere in squadra con se, sceglie i più forti, vuole vincere senza lottare. Ma non gli basta, pretende di giocare nel campo migliore, quello leggermente in salita, così gli avversari faranno più fatica ad arrivare alla porta per fare goal.  A quei bambini che provano a protestare viene immediatamente ricordato che il pallone è suo e che se non fanno come dice lui allora non si gioca. Basta questa minaccia per far si che i bambini ribelli siano riportati alla ragione da altri bambini che vogliono solo giocare. Quelli più riflessivi solitamente sono quei bambini che stanno in squadra con il proprietario del pallone, quelli che giocheranno nella squadra migliore, nel campo migliore e sono predestinati a vincere la partita. Certe volte, rare a dire il vero, succede l’imprevisto, succede che qualche bambino non si riesca a convincerlo, e che questo decida che se deve giocare per perdere preferisce non giocare convincendone altri a fare come lui, a rifiutarsi di giocare. Dall’imprevista reazione nasce un problema,  mancano i giocatori, non sono sufficienti, le squadre non si possono formare, non gioca più nessuno neanche il bambino con la palla perché non può giocare a calcio da solo. In questo caso il bambino prepotente (e capitalista, ha la palla) si accorge di avere sbagliato, cerca di rimediare, propone di rifare le squadre, diventa strumentalmente meno prepotente, suggerisce che  magari per il campo migliore si può fare un tempo per uno,

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